Artista: Giacomo Brugnano
È un libro autobiografico, che narra la storia, vissuta e sofferta, dall’autore, Giacomo Brugnano da Cirò Marina. Secondo il mio modesto giudizio è un libro che ben merita di essere letto attentamente e ponderatamente e meditato, perché i vari capitoli hanno il pregio di donare sollievo e di farci rivivere, come in un mondo nuovo, un mondo ispirato alla bontà, all’onestà ai sacrifizi, all’AMORE, principalmente, ai supremi valori della vita. I capitoli, tra l’altro, sono colmi di grazia, di sensibilità, di stupore e sono stati scritti con i piedi a terra, come si suol dire, e privi di retorica e di affettazione, ma con semplicità e, soprattutto, con spontaneità.
Io sono un anziano maestro elementare in pensione e quasi ottantenne, ammalato, permanente e, quindi, il mio giudizio è superficiale, mentre il libro meriterebbe la recenzione di un valido critico. Io paternamente posso affermare che gli scritti di questo coraggioso giovane cirotano sono profumati e delicati “fiori” dei nostri boschi di Calabria, perché, ripeto, sono genuini. Anche se il mio giudizio è superficiale, insufficiente, però posso affermare, e con tutta coscienza, che esso libro mi ha affascinato e commosso fin dalla prima lettura, cercando di approfondirlo e sempre di più. Ma ciò che affascina il lettore è l’effervescente interesse per la vita, intesa come polo, attorno al quale si svolge tutto il discorso dell’AMORE – (con tutte le lettere maiuscole), oggi – Ahimè! – il disgrazia, in un periodo storico stracarico di tanti mali del secolo: droga, criminalità d’ogni peggiore specie, pedofilia e chi ne ha più ne metta. Ed è meraviglioso poter leggere in prima pagina del libro: “A mia moglie, luce dei miei occhi”, proprio come si diceva un tempo: “Dimidium animae meae”(metà della mia anima): tale era considerata la moglie, la compagna della vita. Il discorso dell’AMORE, dicevo, ma anche il discorso del sentimento, del fascino del Creato, l’attaccamento al paese natio. Narrazione da vena schietta e spontanea, dolcissima, carica di sentimento nel dramma del tempo attuale che incalza e porta via luci ed ombre, bene e male; ma il bene, l’AMORE, principalmente, il nostro scrittore vorrebbe stringerlo tra le mani per sempre. Nei vari capitoli del libro scene che ogni giorno viviamo in Calabria, ma che, a volte, non sappiamo considerarne nel loro giusto aspetto – e perché no – poetico. In essi capitoli si evidenzia tutto il sentimento di Giacomo Brugnano, che si identifica nella sua opera, come l’affetto, l’aiuto reciproco, il rispetto per i compagni di naia, specialmente per i paesani, con l’impronta dei profondi affetti familiari, legati, malgrado tutto, ad un passato certamente migliore, ricco dei supremi valori della vita. E propri grazie al suo immenso AMORE, egli riesce a dimenticare le offese, i torti della famiglia della moglie; anzi riesce, e con spirito cristiano, a volere loro bene e rispetto. Un altruismo che ci fa meditare. Sincero con se stesso e fedele ai suoi ideali in un meraviglioso verismo attraverso il quale, il lettore riesce a conoscere usi, costumi, tradizioni del suo paese: la bella e storica Cirò Marina. Un libro ricco, tra l’altrondi messaggi attraverso i quali, i giovani d’oggi, se lo vogliono, possono poter conquistare un mondo migliore, quando oggi è l’epoca della pornografia “senza veli o eufemismi”:
l’epoca sex! I temi contenuti nel libro sono tantissimi che ben meritano attenzione, molta attenzione. Io ho voluto gustare prima, assaporare poi, rigodere ancora i vari capitoli (“frutti” meravigliosi) che, tra l’altro, m’hanno scaldato “dentro”, uno dopo l’altro.
L’opera mi ha affascinato e commosso perché, soprattutto, contiene un messaggio che non può fare a meno di incidere sulle nostre coscienze: suggerisce una via di scampo, un mezzo, attraverso il grande AMORE, per riumanizzare la nostra anima da tempo, da troppo tempo, ormai decisamente meccanizzata e falsata. Stupendo è il capitolo dell’emigrazione con i suoi sacrifizi, rinunce, privazioni: sulle prime l’emigrato si sente in terra straniera, impiegherà un certo tempo a comprendere il linguaggio, ancora di più a capirne il costume. Si inserisce in un mondo sconosciuto. Farà un notevole passo avanti rispetto alle condizioni di vita della Calabria, incontrerà gravi difficoltà, ma non farà passo indietro. Penserà ai suoi avi, emigrati nelle lontane Americhe ove hanno lasciato i segni della loro operosità, del loro ingegno, della loro civiltà. Molti emigrati di ieri e di oggi, all’estero ed in Italia, hanno, tra l’altro, saputo raggiungere vette di gloria e di prestigio, proprio come ha saputo conquistare il nostro scrittore Brugnano. Io, prima di chiudere questo mio modesto, molto modesto giudizio, vorrei aggiungere che gli scritti di Brugnano hanno la fragranza del pane fatto in casa. Il mio paterno e caloroso plauso e di auguri di sempre maggiori successi e vita lunga ricca di salute e di DONI CELESTI anche ai suoi cari familiari ed affinché i lettori possano a lungo godere delle sue fatiche anche letterarie, perché un buon libro è una finestra aperta da cui entra la luce che illumina ogni cosa.
D.S.: Per quanto riguarda le pregevoli poesie alle ultime pagine del libro, posso affermare che sono ricche di sentimento umanitario. Sono poesie che hanno un valore educativo perché ricche di profonda umanità e lontane, molto lontane, dai mali del secolo. Il nostro poeta “Brugnano” canta, per la sua Cirò Marina e con i messaggi d’AMORE e di fratellanza oltre i confini del tempo. Un giovane scrittore e poeta, il caro Brugnano, che onora, e non poco, Cirò Marina e, quindi, la Calabria nel mondo, specie in Germania ove opera e conquista, sempre di più onori e glorie.
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